The End Of The F***ing World

The End Of The F***ing World è una serie televisiva, uscita il 5 gennaio 2018 sulla piattaforma di streaming Netflix, composta da 8 episodi della durata totale di circa tre ore. Difatti essa è molto breve ma comunque narra una storia solida e ricca, ciò perché inizialmente, come ha affermato il produttore, la serie è stata concepita come un vero e proprio film.

La serie è stata tratta dalla omonima graphic novel di Charles Forsman, seppur l’ambientazione sia diversa: la prima è ambientata in Inghilterra mentre la seconda in America

La trama, abbastanza esplosiva, è incentrata su due ragazzi, Alyssa e James. James è un ragazzo

diciassettenne, orfano di madre si ritrova a vivere con suo padre, il quale cerca di scappare dalla realtà, non accorgendosi dei bizzarri e talvolta autolesionisti comportamenti di suo figlio, il nostro protagonista, che si autodefinisce “psicopatico” e fugge dalla propria monotonia infliggendosi dolore ed uccidendo creature. Il suo più grande e recondito desiderio è uccidere un essere umano.

Alyssa invece è una scontrosa coetanea di James che sogna di ricongiungersi con suo padre che l’ha abbandonata da piccola e che si scontra con sua madre per il fatto di aver creato la “famiglia perfetta” con un altro uomo, avendola, così, messa da parte.

 

Appena si incontrano entrambi sono quasi “attratti” della loro reciproca stranezza: Alyssa vede James come il suo compagno di fuga, invece James la vede come la sua prima vittima umana. Così iniziano una relazione amorosa che li porta a compiere una serie di azioni illegali ed avvenimenti casuali (e non), che li porterà ad essere al centro di un’inchiesta, ma tenendo un comportamento di noncuranza e stupore da parte di entrambi i protagonisti che lascerà a bocca aperta.

La storia sembra scandita dalla narrazione in prima persona da parte di James, ma ciò viene alterato quando essa ricomincia dal punto di vista di Alyssa, i due alternano le proprie vicende che si intersecano per delineare il racconto dei fatti. La fine non si riesce ad autodefinire, essendo lasciata aperta non si può capire se sia un “lieto fine” (per quanto possa essere lieto) o meno, ma dopo averla finita ci si sente comunque soddisfatti e “felici”, perché, per quanto corta sia, è originale ed affronta vari temi in modo completo e diverso dal solito.

La serie affronta temi drammatici riuscendo a far sorridere chi la guarda anche in situazioni quasi macabre, i due protagonisti percorrono la storia cercando di scappare dalla loro vita, rompendo gli schemi e la monotonia, cercando se stessi perché si sentono incompresi ed abbandonati da chi, invece, dovrebbe amarli.

Si nota la rottura di due mondi: quello degli adulti e degli adolescenti, riportato a galla dallo stesso titolo che può far supporre allo smarrimento che arriva con la fine dell’adolescenza, con la voglia di crescere e lasciando alla spalle l’immaturità, l’inadeguatezza e la spensieratezza. Nei primi episodi i personaggi si fanno amare ed odiare allo stesso tempo, raggiungendo nel quarto episodio il loro vero carattere, suscitando più empatia del previsto. Negli ultimi episodi invece si capisce che le scelte prese dai due ragazzi vanno totalmente nel senso opposto di quello sperato, portando anche alla valutazione, in parte, errata a riguardo dei genitori. Mostrando un ritratto semplice e reale dei momenti adolescenziali, come la ribellione e il cambiamento, che si contrappongono alla dura e crudele realtà.

E’ una storia che all’inizio ti fa sperare che il mondo finisca ma che alla fine, vedendo tutto in modo completo, ti fa pregare che la loro storia atipica e strana non finisca.

In un mondo di pazzi la pazzia è la vera sanità mentale.