Rubrica Verde: Plastica e Borracce

Dallo scorso numero dell’Emilio è nata Rubrica Verde, spazio in cui discuteremo di diverse problematiche legate all’ambiente e cosa possiamo fare nel nostro piccolo per combatterle. Nello scorso numero abbiamo parlato del problema della deforestazione e di Ecosia, quindi se ve lo siete persi correte a recuperalo (potete trovarlo anche online sul nostro sito).
In questo secondo articolo invece parleremo di un tema che ci tocca molto più da vicino: lo spreco della plastica, in particolare delle bottigliette di plastica.

Lo sapevate che ogni anno vengono prodotti oltre 310 milioni di tonnellate di plastica di cui almeno 8 milioni, dopo l’utilizzo, finiscono negli oceani? Ad oggi si stima che vi siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani: se il trend dovesse continuare ad essere questo, nel 2050 avremmo, in peso, più plastica che pesci.
Per risolvere questo problema nel nostro piccolo dobbiamo fare due cose principalmente, evitare di buttare l’immondizia in giro e diminuire in generale, per quanto possibile, il nostro utilizzo di plastica.

Pensando invece all’ambiente scolastico, proviamo a considerare quante bottigliette di plastica usiamo a scuola: se prendessimo in considerazione l’utilizzo di 100 bottigliette al giorno (il numero è abbastanza basso perché considera l’utilizzo di una bottiglietta ogni 10 studenti circa, senza considerare il resto del personale scolastico) e lo moltiplicassimo per i giorni di scuola in un anno (circa 200) vuol dire che noi Alessandrini Mainardi utilizziamo 400 chili di plastica l’anno, soltanto in bottigliette d’acqua.
Ci sono due soluzioni possibili. La prima è riutilizzare le stesse bottigliette d’acqua riempendole al rubinetto. Questa sembrerebbe la soluzione più economica, ma comporta un altro problema, e non riguarda il fatto che riusando la stessa bottiglietta ti “bevi la plastica”, come sostiene qualcuno, perché l’unica sostanza che il PET può rilasciare è l’antimonio, un elemento chimico che sarebbe nocivo in certe concentrazioni, ma in una quantità molto al di sotto delle soglie di sicurezza anche se riusate a lungo la bottiglietta e la tenete al caldo. Il problema sta nel fatto che essendo concepite come usa e getta, non è previsto che siano facili da pulire ed asciugare e si possono anche graffiare facilmente. Ciò causa alla lunga la creazione di un ambiente ospitale alla proliferazione dei batteri. La seconda soluzione invece comporta l’utilizzo di una borraccia. Ne esistono migliaia di tipi, in alluminio o vetro, per chi sta attento al design, termiche,flessibili… grazie ad un unico strumento potrete fare a meno di utilizzare ogni giorno una bottiglietta d’acqua diversa e farete felice l’ambiente (in quanto, oltre al problema del fine vita della plastica, c’è tutto il problema relativo alla CO2 emessa per realizzarla).

Per chi non sapesse dove acquistarla, o è semplicemente troppo pigro, sono felice di annunciarvi che questo mese, i rappresentati di istituto durante l’assemblea in aula magna, vi proporranno come gadget di istituto di quest’anno una borraccia, che dovrebbe avere un prezzo abbastanza basso, grazie al fatto che verrà eseguito un acquisto unico per tutti quelli che la vorranno.

E anche per questo numero è tutto, il prossimo mese parleremo invece di come sprecare meno carta.