Quella notte sono io

Quella notte sono io è un romanzo di Giovanni Floris, pubblicato dalla Rizzoli nel 2016. Floris è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo, presentatore infatti di Ballarò su Rai 3 e del talk-show Dimartedì su LA7.

Il libro è stato concepito dalle domande che nascono spontanee quando ci ritroviamo di fronte a casi di violenza. Raccogliendole, l’autore ha dato vita a un’opera narrativa che gravita attorno al senso di responsabilità nei confronti del proprio futuro.

Sarà un telegramma a scombussolare la vita di Stefano, Germano, Margherita, Silvia e Lucio. Cinque persone, ormai adulte, dovranno rituffarsi nei ricordi di una notte durante una gita scolastica di ventisette anni prima, all’ultimo anno di liceo. Vedremo che a spedire il telegramma sarà la madre di Mirko Caiati, un loro compagno di classe, al quale rovineranno la vita, iniziando così a trascinarsi nei sensi di colpa che resteranno nella coscienza dei nostri protagonisti. Sensi di colpa per quale motivo? Per aver condannato Mirko ad una sedia a rotelle per il resto della sua vita, rendendolo paraplegico. In seguito alla loro “rimpatriata” i cinque inizieranno a domandarsi se, dopo tanti anni, la verità sarebbe finalmente venuta a galla, temendo di essere stati incriminati per il presunto incidente.

I temi sui quali il romanzo verte, oltre allo sguardo sul futuro, sono l’omologazione e il bullismo.

Floris ci parla di bullismo in modo diretto e senza mezzi termini, esaminando uno dei casi più estremi di violenza, che probabilmente pochi tra noi avranno vissuto di persona. Questo perché, in tale modo, ci arriva nudo e crudo il calibro dei comportamenti che Mirko subisce, facendolo sembrare quasi esagerato ai nostri occhi. Comprendere appieno la portata delle nostre azioni non è facile, così come non lo è saper riconoscere la diversità, non solo negli altri ma anche in se stessi. Vorrebbe dire saper apprezzare la propria unicità sfruttandola come punto di forza per saper distinguere la propria identità da quella di altre persone, trovandoci magari spunti di riflessione, di discussione o un’occasione per farsi due risate.

Stefano, il nostro protagonista, è un personaggio debole, viene condizionato da chi lo circonda, ovvero dai suoi “amici”, a tal punto da non essere consapevole delle proprie scelte perché tutto ciò a cui gira intorno è l’essere accettato dalle altre persone ancora prima di se stesso. Come se il nostro pianeta girasse unicamente intorno al Sole, senza compiere il moto di rotazione per non essere escluso dal sistema solare: causerebbe danni solo a se stesso.

Il problema di Stefano è quello di non essere mai stato in grado di saper interpretare se stesso, avendo sempre cercato il consenso di altri.

Il tutto è un viaggio nella sua coscienza, che più procede e più fa emergere in lui questo problema, in partenza, quasi totalmente seppellito.

Lo scrittore ha dichiarato in un’intervista di aver scritto Quella notte sono io per far capire ai più giovani l’importanza di sapere chi si è, di non lasciarsi travolgere dall’ambiente circostante perché, come si dice nel romanzo, si rimane sempre quello che si è stato da ragazzi, perché è la più profonda essenza di noi stessi.

“Perché non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi.”