Questo articolo non contiene olio di palma

Olio di palma di qui, olio di palma di qua, trallallero trallalla.
Fa male o non fa male? Tutti la pensano come vogliono, alcuni lo demonizzano, altri lo difendono.

Andiamo a vedere insieme quanto c’è di vero e non su questo ingrediente preso di mira dai media di tutto il mondo da qualche mese a questa parte. Ma andiamo con ordine. Cos’è l’olio di palma? L’olio di palma non è che un olio vegetale, ma con una caratteristica in più, che lo rende diverso rispetto agli altri. Infatti, è composto essenzialmente da grassi saturi. Ciò significa che la sua composizione è molto più simile a quella del burro rispetto agli altri grassi vegetali. Essendo più economico e insapore, l’olio di palma, insomma, sembra essere l’ingrediente perfetto. Ma la perfezione non esiste, quindi andiamo a toccare i punti sensibili di quest’argomento cercando di rispondere al dilemma iniziale. È cancerogeno? Sì, l’olio di palma può essere cancerogeno. I risultati di uno studio condotto da EFSA (European Food Safety Authority)  hanno dimostrato che, durante la lavorazione, se l’olio è stato trattato a temperature maggiori di 200 °C è possibile che si siano formate sostanze che porterebbero alla mutazione del patrimonio genetico della cellula. La domanda vien da sè. Com’è possibile che un prodotto cancerogeno sia in vendita? Semplice, perché, come buona parte di tutti gli alimenti, le proprietà negative iniziano ad avere il sopravvento solamente quando se ne abusa. Infatti lo stesso studio ha affermato che l’olio di palma risulta cancerogeno solamente se consumato in concentrazioni altissime, lontane mille miglia dall’uso che se ne fa quotidianamente. D’altronde possono rientrare nella stessa categoria di “rischio” la caffeina e l’alcol. Per farla breve, il troppo stroppia e il bombardamento mediatico che sta impanicando mezza popolazione mondiale è sicuramente fuori scala.

Un punto a sfavore per l’olio di palma però c’è. L’elevata domanda di mercato di quest’olio sta largamente contribuendo alla distruzione di un patrimonio forestale unico nel sud est asiatico. Alcune industrie hanno promesso di utilizzare olio proveniente solo da coltivazioni rispettose dell’ambiente, altri propongono di compensare le aree coltivate con la creazione di altre foreste, ma la faccenda è ancora poco chiara e a senso unico. Dopotutto, se dovessimo smettere di raccogliere olio di palma per migrare ad altri oli ,sparisce un problema, ne compaiono altri due. Anche se a dirla tutta, quest’ultima parte centra poco o niente con la battaglia mediatica che ci sta soffocando. Pare che la questione ruoti intorno ai biscotti di Banderas: tra chi vuole bandire dal pianeta i biscottoni e chi sacrifica volentieri la salute per l’antica consistenza e gusto delle macine.

(Eh no, non è pubblicità occulta).