IL “LATO OSCURO” DEL KINECT

Qualche settima fa, presso l’aula magna del nostro istituto, si è tenuta un’ interessante conferenza sulla Kinect, l’accessorio di casa Microsoft per eccellenza che ultimamente sembra più un peso per i videogiocatori che un dispositivo utile a migliorare l’esperienza di gioco.

L’ex studente della nostra scuola Mirko Gelsomini, ingegnere informatico e ricercatore presso il Politecnico di Milano, ci ha presentato la Kinect sotto un’altra luce, incuriosendo noi studenti del triennio informatico che abbiamo potuto partecipare all’incontro e ridando vigore a quel piccolo e delicato aggeggio.

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Molti di voi sapranno che il dispositivo permette di rendere il proprio corpo un controller e di creare una realtà aumentata intorno a noi sfruttando un possibile ambiente intelligente. In sostanza, possiamo giocare muovendoci in prima persona senza bisogno di altri accessori interagendo con il campo del videogioco. Ciò che ad alcuni potrebbe sfuggire è la possibilità di scrivere del codice che può essere eseguito dalla console, creando veri e propri giochi o programmi di qualsiavoglia utilità.

Rilevare informazioni dall’esterno, grazie al sensore 3d, alla videocamera e ai diversi microfoni posizionati sull’accessorio, è davvero molto semplice mentre per poter implementare applicazioni è necessaria la conoscenza della programmazione ad oggetti e di un linguaggio come C++ o C#(molto simile a Java, top di gamma del nostro istituto). Tali competenze possono essere acquisite semplicemente frequentando l’indirizzo informatico in quarta e quinta ma nessuno di certo vieta a qualunque studente di apprendere ciò per conto suo: anche se può risultarvi difficile vi assicuro che è davvero appassionante. Per iniziare a programmare su Kinect, oltre ad avere l’accessorio e il cavo per collegarlo al pc, basta scaricare SDK e Development Kit dal sito ufficiale della Microsoft.

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Ad esempio, Mirko Gelsomini e il suo team dell’ I3Lab presso il Politecnico, sviluppano giochi e tecnologie per bambini con disabilità. Il ragazzo ci ha mostrato diversi video dei risultati delle loro applicazioni come dei giochi in cui bisognava vestirsi virtualmente o aiutare un robot nelle sue richieste, utili alla coordinazione del corpo dei piccini.

Tutto ciò e molto altro è consultabile da tutti sul sito http://i3lab.me/ a cui consiglio vivamente di accedere perché alcuni dei loro progetti potrebbero accendervi una lampadina sul vostro futuro.