Darling in the Franxx

Con un’ambientazione catapultata nel futuro, Darling in the Franxx ci mostra come dei bambini riescano a proteggere l’umanità.

Il pianeta Terra è devastato, così la popolazione vive concentrata all’interno della città fortificata mobile di nome Plantation. Lo scopo di vita dei bambini, identificati da un codice, è combattere contro gli Stridiosauri, misteriose creature robotiche colpevoli di aver ridotto il mondo ad una metropoli. Ma come possono dei bambini essere in grado di proteggere così tante persone? Pilotando in coppia un Franxx, un enorme robot al quale è indispensabile avere un maschio e una femmina, in perfetta sintonia tra di loro, per poter essere funzionante.
Code:016, chiamato Hiro, è un bambino speciale: l’unico nel Garden (il posto in cui i bambini crescono) a porre delle domande agli adulti. Egli è conosciuto per essere un prodigio. Tuttavia, Hiro non sarà più in grado di pilotare un Franxx, rimarrà sempre più indietro rispetto ai compagni e sarà come se cessasse di esistere finchè incontrerà Code:002, una Pistil (un pilota femmina “definitivo”) con due corni rossi sulla testa, chiamata Zero Two, con la quale riuscirà nuovamente a pilotare un Franxx, il corrispondente alla sua nuova conoscenza: lo Strelitzia.
L’anime, coprodotto dai due studi d’animazione giapponesi Trigger e A-1 Pictures e diretto da Atsushi Nishigori, viene trasmesso dal 13 gennaio e conta 25 episodi. Dal 14 gennaio ha debuttato sulla rivista digitale Shonen Jump+ il manga tratto dalla serie animata, scritto e disegnato da Kentaro Yabuki, fumettista giapponese che ha avuto come maestro Takeshi Obata, il famoso illustratore di Death Note.

A Mika Takashima ed a Hyde (Hideto Takarai), due cantanti giapponesi, è stata affidata la sigla di apertura: Kiss of Death. Sono diverse invece le sigle di chiusura, tutte composte dal compositore giapponese Katsuhiko Sugiyama, i quali nomi sono grandi riferimenti al corso dell’anime. Ciò lascia leggere tra le righe che, come spesso accade, le assegnazioni delle ending sono frutto di un lavoro e non di casualità, quindi sarebbe bene apprezzarle ed ascoltarle così come si fa con le opening. D’altronde si sa, infrangere la regola non scritta del non saltare per nessun motivo le opening significa bestemmiare contro gli studi d’animazione giapponesi ed è uno sputo al lavoro che vi è dietro la creazione di una serie animata. Se non l’avete mai fatto, vi consigliamo di soffermarvi più spesso alle sigle, sia di apertura che di chiusura, perché è solo una via per apprezzare ancora di più anime, una serie TV o un film, cogliendo l’enorme lavoro nascosto dietro le quinte.
La prima ending, riservata ai primi 6 episodi, è Torikago, letteralmente “gabbia per uccelli”: è questo il modo in cui viene soprannominato il luogo in cui i bambini vengono addestrati al pilotaggio dei Franxx. La seconda è Manatsu no setsuna, che significa “scusa per l’infatuazione”, dedicata all’episodio 7: il primo tra quelli più emozionanti della serie.
L’ultima è Beautiful World, utilizzata dall’episodio 8 in poi, in cui arriveranno piccoli spoiler dal passato dei nostri protagonisti.

Non lasciatevi ingannare dai primi episodi, pieni di fanservice, nè dal fatto che la trama sembrerebbe fin troppo piena di reference ad altre serie, o tantomeno dalla banalità che pare trasmettere.

A noi seguaci di Darling in the Franxx, non resta altro che attendere il finale, sperando non sia tragico quanto il nome dell’opening.