Città di ossa

Nel cuore di Milano, si trova uno dei luoghi più sorprendenti, inquietanti e contemporaneamente gratuiti che la città ha da offrire: è la piccola chiesa di piazza Santo Stefano. Cosa c’è di così interessante in una chiesa? Beh, semplicemente teschi; tutte le decorazioni sulle pareti della piccola cappella sono ossa umane. L’ossario di S. Bernardino è piccolo, sconosciuto ma veramente mozzafiato.

Nel 1642 il campanile di Santo Stefano crollò distruggendo la chiesa omonima, la cappella preesistente e l’ospedale presente ai tempi ed i Disciplini, coloro che praticavano l’autoflagellazione accompagnata da preghiere, decisero di creare una cappella-ossario memorabile. Come? Raccogliendo le ossa dei defunti dell’ospedale (per la maggior parte lebbrosi), dei propri confratelli e dei canonici, ma anche dissotterrando i corpi nel cimitero (che ora possiamo trovare dietro la piazza), quelle dei condannati alla decapitazione e di morti in prigione. È possibile osservare la loro opera ancora oggi, immutata dal 1695.

Guardando verso l’alto possiamo ammirare un affresco che ritrae il passaggio di alcune anime dal Purgatorio al Paradiso. Le pareti sono ricoperte da ossa umane: teschi, omeri, tibie e femori si alternano, sulle due colonne ai lati creano due grandi croci; in alto lunghe ossa formano la “M” di Maria e sotto l’altare si ammassano corpi scomposti.

Se lo scopo dei Disciplini fu quello di impressionare e colpire emotivamente i visitatori, ci sono riusciti senz’altro.

Ovviamente in un luogo tanto “creepy” non potevano mancare leggende e storie di spiriti. Abbiamo pensato di proporvene un paio:

La danza macabra degli scheletri

Si narra che sulla sinistra dell’altare, sepolto da altre ossa, giaccia lo scheletro integro di una ragazzina. La notte di Ognissanti essa prenderebbe vita e, scivolando attraverso un pertugio nascosto, si introdurrebbe nella cappella. Trascinando con sè gli altri scheletri, magicamente ricomposti, darebbe inizio a una danza dei morti. La leggenda racconta che il sinistro rumore delle ossa che battono nella frenesia del ballo sarebbe chiaramente udibile anche all’esterno della chiesa.

img-20170123-wa0005

Il fantasma nel campanile

Nel campanile di Santo Stefano (la grande chiesa di fianco a San Bernardino alle Ossa) la leggenda vuole che sia stato murato vivo un monaco. Si narra che il suo fantasma risiederebbe nella torre e che in alcune notti le sue urla si possano ancora udire.

La ruota di sangue

Uno dei nomi dati a questa chiesa è “degli Innocenti”.La leggenda narra che in questa piazza sia avvenuta una cruenta battaglia tra eretici e cristiani, tutta la zona era imbrattata di sangue e ovviamente, come cadevano a terra morti gli eretici lo facevano anche quelli della schiera di Ambrogio; per ora nulla di strano- ma ecco il fatto miracoloso: si dice che il sangue degli uomini di Ambrogio si sia diviso da quello eretico e, scorrendo lontano, si sia raggrumato attorno ai raggi di una ruota abbandonata.  Quest’ultima, rotolando via, andò ad appoggiarsi alla porta di quella che sarebbe poi diventata la chiesa di S. Stefano.

Un’altra sostiene invece che appartengano ai milanesi uccisi dai goti di Uraia nel 539 d.c. Il saccheggio di Uraia fu uno dei colpi più duri che Milano subì all’epoca delle invasioni barbariche: si narra che la città venne rasa al suolo e scomparve per anni. In realtà la devastazione non fu così definitiva, ma la città venne comunque in larga parte distrutta.

“Perché visitare un posto tanto macabro?!” penseranno alcuni lettori; beh, perché no?