Welcome to The Jungle

Dopo la memorabile pellicola del 1995, agli inizi di questo promettente (cinematograficamente parlando) 2018, Jumanji viene rispolverato sotto forma di una sorta di sequel rimodernizzato che, al contrario di come dovrebbe forse essere, è completamente differente dal suo predecessore:  a parte il mondo in cui si ritrovano i protagonisti, questo film c’entra ben poco con la memorabile trasposizione del romanzo che noi tutti abbiamo visto almeno una volta…

Il film inizia con un flashback: è il 1996 e un ragazzo di nome Alex Firek entra in possesso di un gioco in scatola di nome Jumanji, che egli snobba per i più moderni videogiochi. A questo punto, il gioco  “capisce” di dover mutare forma per riuscire a rendersi interessante agli occhi di chi lo trova; e se nel film del 1995 i personaggi uscivano dal gioco per entrare nel mondo reale, nella nuova versione i giocatori sono trascinati al suo interno, dove vivono le loro avventure con le regole di un videogioco.

I protagonisti del film sono quattro adolescenti, quasi estranei fra loro, che finiscono insieme in punizione dal preside. Qui, trovano una vecchia console con il videogioco Jumanji, ma, dopo aver iniziato a giocare ed aver scelto i quattro personaggi da usare ,vengono letteralmente risucchiati nel mondo virtuale e si ritrovano trasformati negli avatar che avevano scelto, con i loro punti forti, le loro caratteristiche fisiche, le loro conoscenze, i loro limiti e le loro debolezze, mentre le loro personalità rimangono inalterate. Il primo personaggio che incontrano ripete frasi limitate come un PNG (personaggio non giocante), imprigionato in una programmazione funzionale a spiegare cose ai “giocatori” e a consegnare loro gli oggetti necessari. Addirittura il flashback, all’interno del suo racconto dell’antefatto, viene vissuto dai giocatori come una scena non interattiva, che può solo essere subita, e il cui termine videoludico è cutscene. Senza contare che i protagonisti hanno un numero limitato di “vite” e, finché non le esauriscono, precipitano dal cielo come nuovi quando vengono uccisi. Il ragazzo nerd ovviamente sa riconoscere queste meccaniche di gioco e non manca di spiegarle agli altri personaggi e dunque al pubblico.

I 4 ragazzi dovranno quindi terminare il gioco superando tutti i livelli per poter uscire e ritornare nel mondo reale: durante il viaggio si scontreranno con numerose avversità e scopriranno che devono salvare il mondo di Jumanji da un malvagio png.

Parlando quindi in termini videoludici potremmo dire che “Jumanji: Benvenuti nella Giungla” è un’opera con un gameplay vario e divertente, ma una trama alquanto carente e scontata.

Se vediamo dunque questa pellicola come un film a sé stante, e non come un successore della vecchia trasposizione, potremmo dire che è un film abbastanza godibile e che si può guardare passando una serata tranquilla, dati i non carenti effetti speciali, la presenza di battute , di Dwayne “The Rock” Johnson e Jack Black, e di numerose scene d’azione in grado di intrattenerti senza troppa fatica; altrimenti, risulta soltanto l’ombra di un grande cult anni ’90.