Videogiochi andranno alle olimpiadi o no?

Il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) dopo un summit tenutosi a Losanna, sta considerando per la prima volta che i videogiochi presenti nell’ “eSports” possano essere equiparati alle discipline agonistiche vere e proprie e quindi di classificarli come “un’attività sportiva”, simile al calcio o alla pallavolo. Ciò ha  smosso l’opinione pubblica, che in parte teme, o spera,  che gli eSports si aggiudicheranno un posto nel programma delle prossime Olimpiadi, che si terranno a Parigi nel 2024. Tuttavia, attualmente, ci sono alcuni punti non chiari da risolvere. Per poter partecipare, questi “eSports” dovranno, appunto, rispettare i valori olimpici dotandosi di strutture per i controlli antidoping e non alimentare fenomeni negativi come quello delle scommesse e manipolazioni. Negli “eSports”, i giocatori professionisti si preparano e si allenano con un’intensità (anche fino a 16 ore al giorno) paragonata a quella degli atleti olimpionici tradizionali e, seppur poco credibile, rischiano infortuni ai polsi, proprio come gli atleti ne rischiano altri.

Gli “eSports” sono in forte crescita fra i giovani di tutti i paesi del mondo e questo è un punto positivo per un coinvolgimento nel movimento olimpico, perciò si spera che il CIO, insieme alle associazioni internazionali delle federazioni sportive, instaurino un dialogo con l’industria dei videogiochi per esplorare sempre di più quest’area e le possibilità che offre. Il fenomeno degli eSports è in continua crescita, infatti nel 2014 hanno prodotto un reddito di 194 milioni di dollari e sono cresciuti fino ad arrivare a 463 milioni di dollari nel 2016 e si stima che nel 2018 possa arrivare ad 1 miliardo di dollari. Da non sottovalutare il fatto che il Consiglio Olimpico Asiatico (OCA) ha già approvato l’ingresso dei videogiochi all’interno del programma degli Asian Games per le edizioni 2018 e 2022. I nomi dei videogiochi che entreranno nel programma non sono stati ancora decisi, ma secondo delle indiscrezioni è probabile l’inserimento dei videogiochi della serie calcistica FIFA, di alcuni giochi MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), come League of Legends o Dota 2 e altri possibili candidati come Hearthstone, Call of Duty, Starcraft, Overwatch e PUBG.

Gli eSport, se regolati con varie strutture di controllo, potrebbero essere introdotti nel programma dei cinque cerchi olimpionici e, se succedesse, attirerebbe una gran fetta di spettatori e telespettatori a livello mondiale, procurando così molti introiti che farebbero gola agli sponsor. Inoltre sarebbe una rivoluzione dal punto di vista sociale perché una decina di anni fa, i videogiochi erano ritenuti per bambini e per “sfigati” ma adesso si potrebbe andare contro ai pregiudizi smantellandoli definitivamente, facendo capire anche a un genitore che un contratto offerto al proprio figlio per la serie D è importante quanto redditizio rispetto a un contratto di gaming competitivo.

One thought on “Videogiochi andranno alle olimpiadi o no?

  • Filipp0

    on

    Allora, è bello che i videogiochi vadano alle olimpiadi perchè, se andranno, sarebbero la novità del momento, ma ricordiamoci che le olimpiadi sono state create ed inventate per lo sport, e il videogioco in sè non è uno sport, ma tutto l’opposto.

    Filippo

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