Un desiderio sbagliato

“Ovunque tu sarai nel mondo… verrò a cercarti”

Uscito qualche mese fa, quinto per incassi in italia, girato da Makoto Shinkai, dal nome originale “kimi no wa ma”: è Your Name, film d’animazione giapponese del 2016.

“Vorrei essere un bellissimo ragazzo di Tokyo”, una frase detta di troppo, un desiderio che fa cambiare letteralmente la vita di due ragazzi, Taki e Mitsuha. Lei, il giorno dopo aver pronunciato quelle parole, si sveglierà nel corpo di un ragazzo di città e lui si sveglierà nel corpo di una ragazza di provincia, purtroppo i due non si si ricorderanno nulla del giorno precedente, il nome che avevano originariamente e non solo. Due ragazzi che comunicheranno con i propri cellulari, avvertendo l’altro su cosa fare e cosa non fare, finendo involontariamente ed indirettamente per conoscersi. Cinque anni dopo, Taki consegue la laurea e cerca un lavoro, in un ristorante riconosce la sua amica Mitsuha ma allo stesso tempo non la ricorda. Giorni dopo entrambi si riconoscono mentre due treni prendono direzioni parallele, salgono sullo stesso treno e si cercano, sembra come se si fossero incontrati per la prima volta e (per commemorare il tutto) chiedono all’altro il proprio nome. Ad un certo punto qualcosa cambia e la strana magia tra i due svanisce. Anche se fino a quel momento uno era la copia dell’altro, una catastrofe incombe sulle loro vite , una corsa contro il tempo la cui vittoria determinerà il loro amore.

Forse la storia tra i due è decisamente esile, scarna e abusata in molti altre light novel o manga. Essa ci porta su un classico tema: ognuno di noi ha un’anima gemella ed essa è collegata a noi tramite un semplice filo rosso; “se è scritto che due pesci nel mare debbano incontrarsi, non servirà al mare di essere cento volte più grande”. In questo caso, il filo si interseca e forma nodi ancora più forti. Essi si scioglieranno solo quando i due ragazzi si incontreranno, come se ogni problema non esistesse più.  La cosa particolare è che oltre a materializzare l’amore, in questo film d’animazione, la nonna di Mitsuha dice che anche il tempo è in sé un filo, che si aggroviglia, si torce, si disfa e si connette nuovamente.

Il punto di forza del film è la colonna sonora perché è in grado di sostituirsi alle parole di molti dialoghi trasmettettendo tanto quanto i vocaboli.

Nel complesso credo sia un film che mostra un lato quasi negativo della cultura nipponica, poiché non mostra quella magia e quella fantasia, ad esempio, trasmessa da Miyazaki e dallo Studio Ghibli.

Vi consiglio la visione de “Il giardino delle parole”, dello stesso regista, che trovo nettamente migliore rispetto a “your name”.