TTIP o RIP?

L’Italia oggi vive una crisi profonda e ciò spinge molti giovani e anziani a lasciare il bel paese in cerca di fortuna all’estero.

Molto spesso, però, coloro che emigrano poi ritornano. Vuoi per la mancanza dei propri famigliari,  vuoi perché l’Italia lascia nel cuore di costoro una nostalgia che difficilmente riescono a dimenticare. Cosa spinge gli italiani all’estero a tornare in Italia e lasciare le fortune e le possibilità che i paesi più ricchi hanno da offrire? Di certo non è la meritocrazia o l’efficienza che vige nel paese.

Il segreto della Penisola è il suo patrimonio agroalimentare. L’Italia rappresenta solamente lo 0,2% delle terre emerse, ma in questa piccola parte del mondo vi sono: il record europeo delle specie vegetali commestabili, pari a 7300( gli inglesi, secondi in classifica, ne hanno 2100); 58.000 specie animali, un altro nostro record continentale( la Francia, che è grande il doppio dell’Italia, ne ha 20.000); il record mondiale dei vitigni autoctoni (Circa 1000 in più rispetto ai francesi); 1000 diversi tipi di mele (in tutto il resto d’Europa ce ne sono 1200); 140 coltivazioni di grano duro (in tutti gli Stati Uniti, che sono i maggiori produttori mondiali di grano ce ne sono 6).

Il patrimonio agroalimentare italiano è una delle cose che il mondo invidia, Dio lo ha dato e nessuno lo può togliere, o quasi. Il TTIP, o Transatlantic Trade and Investment Partnership, un trattato commerciale tra Europa e Stati Uniti, ideato al fine di costruire un unico e grande libero mercato che comprende 820 milioni di clienti all’interno del quale non vi saranno né dazi, né limiti al commercio, dove verranno applicate regole uguali per tutti, rischia infatti di distruggere tutto questo. 

Il problema di questo accordo, nel caso in cui venga stipulato, è che i mercati europei verrebbero invasi dal cibo americano e da prodotti alimentari a basso costo come: i polli trattati col cloro, i maiali imbottiti di steroidi, le mucche allevate ad ormoni e i vitelli bombati di antibiotici; ma oltre alla carne verrebbe importata anche frutta e verdura OGM proveniente dall’ America. Oggi in Europa OGM, ormoni e steroidi sono vietati, ma se il TTIP venisse siglato le norme antisofisticazione europee sarebbero uniformate a quelle americane, il che non sarebbe un bene poiché attualmente in Europa vi sono 143.000 sostanze chimiche controllate, mentre in America ce ne sono soltanto sei. In Europa vige il principio di precauzione: prima che un prodotto venga messo in commercio è necessario dimostrare che non arrechi danno alla salute. In America ciò non avviene: un prodotto viene messo in vendita e soltanto se provoca dei danni viene successivamente vietato. 

Il TTIP non riguarda solo il settore alimentare, tale accordo stabilisce anche le regole nell’ ambito dei servizi e degli appalti pubblici: le aziende ed i servizi dovranno essere tutti privatizzati per essere uniformati a quelli americani e nelle gare per gli appalti pubblici parteciperanno anche le imprese USA. Il TTIP inoltre istituisce l’ ISDS ovvero l’arma delle multinazionali contro la sovranità degli stati, ed è la più grande novità del trattato di libero scambio. Una multinazionale potrà denunciare uno stato se questo emana delle leggi che danneggiano i propri interessi. Ad oggi, le trattative per stabilire l’accordo sono praticamente fallite.