Put on a happy face

Dopo il fallimentare approdo sul grande schermo del Joker di Jared Leto in Suicide Squad, rivediamo finalmente una nuova versione del principe del crimine che è per la prima volta protagonista di una pellicola interamente a lui dedicata, pellicola completamente dislocata dagli altri film di casa DC ed in cui, essendo ambientata nella Gotham City dei primi anni ’80, non è presente l’uomo pipistrello, dato che Bruce Wayne è solo un bambino ed i suoi genitori sono ancora in vita. In particolare, Thomas Wayne  gioca inoltre un ruolo molto importante ai fini della vicenda.

La sceneggiatura originale scritta da Scott Silver e Todd Phillips, insieme alla regia di quest’ultimo, sono state in grado di realizzare un cinecomic come non si era mai visto prima; il tutto è sicuramente stato reso possibile dall’impeccabile interpretazione, secondo alcuni da Oscar, di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck che è veramente riuscito a trasmettere ogni singola emozione provata dal protagonista attraverso ogni suo gesto, pensiero e risata, talvolta strozzata, il tutto arricchito da una mutazione fisica che l’attore ha subito per l’interpretazione di questa parte perdendo diverse decine di chili e ritrovandosi, quindi, con un corpo dalle parvenze scheletriche.

Arthur vive con la madre malata, il suo sogno è fare il comico, ma il suo attuale lavoro è quello del clown per una sorta di agenzia che lo manda dove richiesto, che sia fuori da un locale per pubblicità o che sia in un ospedale pediatrico. Il suo unico problema, oltre ad un’evidente fragilità mentale, è che soffre di un disturbo che gli provoca in maniera casuale una risata incontrollata e per questo motivo spesso e volentieri è malvisto, deriso e talvolta anche picchiato dalla gente di Gotham. Durante tutta la durata della pellicola, quindi, Arthur, tramite la concatenazione di diversi eventi, attraversa una sua metamorfosi, espressa attraverso una particolare danza, che lo porta ad una discesa nella follia ed al raggiungimento della libertà che lo slega da ogni vincolo legislativo, etico e sociale, dando origine al mostro principe del Crimine di Gotham.

A nascere e progredire durante la durata del film, parallelamente alla figura del Joker, è la massa di cittadini che decide di seguire ed ispirarsi agli ideali perseguiti dal protagonista, protestando e dando vita a veri e propri movimenti e sommosse di natura anarchica, scontrandosi con il sistema ed in particolare con Thomas Wayne, candidato sindaco della città e quindi simbolo del suddetto sistema, secondo i rivoltosi marcio e corrotto, e della ricchezza dei potenti di Gotham.

Phillips in questa pellicola ha deciso inoltre di lasciare diverse porte aperte riguardo le quali probabilmente non avremo mai una risposta, dal momento che nessun sequel è stato confermato e che il regista ha dichiarato che il Joker di Phoenix non avrà a che fare con il futuro Batman di Pattinson, andando così, a parer mio, a sprecare la costruzione del magnifico personaggio venutosi a creare all’interno di questo film.