Mito del coniglio pasquale

Uno dei simboli più affermati della Pasqua è senza ombra di dubbio il coniglietto pasquale, anche conosciuto come coniglietto di primavera o coniglio di pasqua.

Generalmente la figura del coniglietto di Pasqua è accompagnata sempre da uova colorate, ma come nasce questa tradizione?

La mitologia prevede che il coniglio di Pasqua ha origine nei miti dell’Europa occidentale, infatti la parola inglese per Pasqua, Easter, deriva da un’antica divinità nordica, Eostre, la Venere dei popoli del nord.

Le antiche tradizioni collegano questa dea a miti legati alla primavera, al cui centro vi è l’idea di un sacrificio a cui succede una rinascita. Per il culto dei celti, quindi, questa dea era legata all’avvento della primavera e alla fertilità dei campi.

Alla dea Eostre era devota la lepre (spesso la dea era raffigurata con testa di lepre), perché anche questo animale è simbolo di fertilità e di vita, per via della sua spiccata propensione alla prolificazione.

La lepre che accompagnava Eostre, deponeva l’uovo della nuova vita per proclamare la rinascita del nuovo anno e ora è diventata la nota icona del coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità e di vita.

Ogni anno per festeggiare il ritorno della dea era tradizione scambiarsi le uova sacre sotto l‘albero, ritenuto magico, del villaggio.

Da qui si possono già dedurre due particolarità che fanno parte anche della nostra tradizione:

il primo è che come nella religione cattolica , come nei miti sulla dea Eostre, anche Gesù si presuppone si sia sacrificato a cui poi successe una resurrezione, il secondo è che ci si scambiavano queste uova sacre come regalo sotto un albero, un po’ come la nostra tradizione natalizia, che però avveniva in primavera in quanto per la civiltà nordica di allora la primavera sanciva una sorta di salvezza dal maltempo, quindi una salvezza effettiva e non solo spirituale come nel cristianesimo.

Per la religione cattolica la domenica di Pasqua si celebra la resurrezione di Gesù dopo tre giorni dalla sua crocefissione, ma come collegare a questo avvenimento sacro la figura del coniglietto pasquale?

Secondo la tradizione il ruolo cruciale nell’associazione lepre-Pasqua nella religione cattolica lo ebbe Sant’Ambrogio.

Sembrerebbe, infatti, che fu proprio il santo di Milano a indicare la lepre come simbolo di resurrezione, in quanto il manto di quest’animale ha la caratteristica di mutare colore con il cambiare delle stagioni. Questo suo variare a secondo del ritmo della natura fu collegato al concetto di rinascita e quindi a quello della Resurrezione

Ma come si passa al coniglio dispettoso che nasconde le uova?

Agli inizi del 1400 furono i tedeschi i primi a recuperare l’antico simbolo del coniglio e più tardi, nel 1800, furono sempre loro a dar via all’usanza di preparare dolci e biscotti a forma di coniglietto e a diffonderla nel nord Europa. Gli immigrati tedeschi e olandesi portarono poi la tradizione del coniglio pasquale oltreoceano, soprattutto negli Stati Uniti, dove tutt’ora in occasione della Pasqua l’Easter Bunny porta uova colorate ai bambini che sono stati bravi. Questo coniglietto, tuttavia, è un po’ dispettoso e suole nascondere le uova tra le piante e i cespugli dei giardini ed è compito dei bambini ritrovarle.

In fin dei conti questa è una festività tipica delle regioni fredde in quanto la primavera, come già detto prima, sancisce la fine dell’inverno e quindi una rinascita della natura e un miglioramento, seppur momentaneo, agli standard della vita quotidiana che però, ora, è diventata nel resto del mondo un’ennesima festa per i bambini e per i commercianti perché, ovviamente, dove c’è festa c’è lucro, mentre nelle nazioni fortemente cattoliche si vede la pasqua come un (dover ricordare) / (ricommemorazione) di ciò che Gesù fece per il suo popolo.