La mia terra è libera!

Il fantasma dell’ecomafia; c’è, ma non si vede (o non vogliamo vederla)

Vista la crescente problematica legata alle tematiche ambientali ed ecologiche, la nostra scuola, rappresentata dalle classi 4BL e 4AL, ha deciso di aderire al progetto “eTwinning: la mia terra è libera!”, grazie al quale gli studenti potranno essere sensibilizzati sull’argomento dell’ecomafia, farlo proprio e contribuire alla lotta per la giustizia, ma soprattutto per l’ambiente, la risorsa più importante che abbiamo.

Il progetto, realizzato in collaborazione con scuole provenienti da diverse regioni italiane, quali Lazio, Sicilia e Lombardia, verte principalmente sull’analizzare i danni che la mafia causa all’ambiente, prendendo in considerazioni i vari settori in cui agisce la criminalità organizzata e dà la possibilità di confrontarsi sulla situazione territoriale. Conoscere il problema e saperlo affrontare ci rende cittadini migliori. 

Spesso è molta la confusione che si genera quando si trattano questi temi e a volte si tende ad ignorare il problema, dato anche il fatto che sembrano essere in mondi che non ci riguardano direttamente. Tuttavia, un atteggiamento superficiale nei confronti di questi argomenti non fa altro che peggiorare le già precarie condizioni attuali e la situazione rischia di aggravarsi, al punto tale da rendere impossibile “sistemare le cose”.

Per aiutarci a far luce su una tematica così delicata, l’avvocato Sergio Cannavò, responsabile del centro azione giuridica di Legambiente, da sempre impegnata nella lotta alle illegalità ambientali, ha innanzitutto chiarito alcuni punti cardine durante un incontro online svoltosi alcune settimane fa. Riportiamo di seguito alcuni elementi trattati, per condividere l’esperienza e per aiutarvi a far chiarezza sulla questione. Speriamo possa essere uno spunto ad approfondire il tema.

Che cos’è l’ecomafia?

Il termine ecomafia si riferisce a tutte quelle attività criminali che, nel tentativo di ottenere profitti, ricorrono a pratiche illecite, come l’utilizzo di discariche abusive, danneggiando l’ambiente. Tali fenomeni si riscontrano specialmente in ambiti industriali-produttivi, dove cioè tra i prodotti si ritrovano scarti e sostanze inquinanti da eliminare o alimenti che non rispettano le norme sanitarie. 

Quali tipologie di ecomafia esistono?

Tra i settori coinvolti abbiamo i siti archeologici oggetto di vandalismo, furti o falsificazioni (archeomafie), le truffe alimentari e le coltivazioni su suoli contaminati (agromafie), le violenze su animali, come lotte, scommesse, corse illegali o contrabbando di animali protetti (racket sugli animali).   

Ok, ma come opera l’ecomafia nel nostro territorio?

Nel territorio lombardo emergono principalmente mafie legate a settori industriali. Infatti, le organizzazioni criminali sono molto abili nel trovare soluzioni “semplici” ed economiche per smaltire rifiuti o sostanze pericolose.            Quando un’industria deve smaltire dei materiali, in genere deve appoggiarsi ad un’azienda autorizzata dallo Stato. Questa si occupa del trasporto e del loro trattamento, per evitare che eventuali sostanze inquinanti danneggino l’ambiente. In genere questa procedura richiede tempo e denaro. È qui che entrano in gioco le ecomafie: l’azienda potrebbe essere contattata (o mettersi in contatto) con questi criminali, che, per un prezzo ridotto, raccolgono tali materiali e li smaltiscono illegalmente, senza seguire procedure “verdi”, cioè sicure ed ecologiche. Il guadagno, da parte dell’azienda, sta nel minor prezzo pagato per smaltire i rifiuti, mentre i criminali ottengono soldi illeciti, che aumentano il loro potere sul territorio. 

Chi ci perde, in sostanza, è solo l’ambiente.

È davvero una realtà così lontana come sembra, un argomento come tanti da trattare a scuola, oppure ciascuno di noi è coinvolto?

Volendo essere precisi, rientrano nella definizione precedente anche tutte le azioni che danneggiano il territorio, sia nel pubblico, sia nel privato. Gettare una carta per terra o una bottiglia, se non addirittura un sacco della spazzatura, rientra tra i reati contro l’ambiente e si potrebbe andare incontro a severe sanzioni. Ecco come, quindi, per quanto possiamo illuderci di essere esenti dal problema, se anche solo una volta abbiamo compiuto un gesto del genere, siamo stati dei criminali ambientali.          

L’avvocato Cannavò ha quindi sottolineato come sia fondamentale che tutti rispettino le regole, perché anche ciò che ci può sembrare un atto insignificante, moltiplicato per una grande quantità di persone, ha un grosso impatto sul pianeta.             

Ha anche evidenziato il fatto che molti giovani si impegnano per trovare soluzioni a questo problema, partecipando attivamente a manifestazioni o iniziative a favore del territorio, come i famosi “Friday for future” di Greta Thunberg.  

“Tutti dovremmo prendere esempio da chi lotta per l’ambiente”, queste le sue parole, che fanno capire la necessità di coalizzarsi e di compiere tutte quelle piccole azioni che, nonostante possano sembrare scontate o inutili, salvaguardano la Terra.

Conclusione

Questa la sintesi del primo incontro effettuato. È già in corso di svolgimento la seconda fase del progetto, che ha visto le due classi realizzare brevi filmati di presentazione della scuola, che andranno a favorire una relazione di scambio maggiore tra le regioni coinvolte e che prosegue tutt’ora col raccogliere materiale legato alla tematica nel territorio locale, che verrà poi scambiato nel corso degli incontri successivi.

Per ora un saluto,

Simone e Matteo (4AL e 4BL)