Un dolce incubo

Dorn ha iniziato a scrivere i suoi romanzi nel 2010 pubblicandone uno ogni anno fino al 2017 con Gli Eredi, abbandonando solo il 2015 a se stesso, fatto che mi incuriosisce ma al quale non ho trovato risposte. Incubo è stato pubblicato nel 2016 ed è un thriller psicologico, genere che caratterizza l’autore in ogni suo libro, però senza mai annoiare i lettori.La vita di Simon, un ragazzino autistico, viene stravolta quando in un incidente d’auto perde i suoi genitori davanti ai suoi ancora ingenui occhi, per poi risvegliarsi in un ospedale psichiatrico e ritrovarsi a dover affrontare un periodo di riabilitazione, dopo il quale si trasferirà dalla zia Tilia. Fino a quel giorno la sua vita era la solita routine, che si ripeteva per ognuna delle sue giornate. La staticità era il pilastro della sua psiche, che, andata distrutta dopo l’accaduto, inizia a giocargli brutti scherzi tormentandolo proprio quando la sua mente è indifesa: nel sonno.Ogni volta che chiude gli occhi inquieto, i suoi genitori appaiono nei suoi sogni trasformandoli in incubi, incolpandolo di essere in vita, dicendogli di non essere desiderato da nessuno, facendo sorgere in lui dubbi e incertezze sul suo coinvolgimento nel causare l’incidente. Mentre scappa dai suoi sensi di colpa cerca di raggiungere la porta del suo inconscio, oltre la quale crede di poter trovare i ricordi del momento più tragico della sua vita. Dopo l’incidente l’unica che gli impedirà di non perdere totalmente il controllo durante la storia sarà Caro, una ragazza che incontrerà in un cimitero, mentre lei è distesa sopra ad una lapide. Come in tutte le opere di Dorn, in Incubo troviamo paragoni accurati e molto bene sviluppati, che legano quasi ogni aspetto del libro alla coscienza e al subconscio di Simon, descrivendo una scampagnata nella sua interiorità.

Per esempio, i genitori che lo rincorrono non sono altro che i sensi di colpa del ragazzo che lo tormentano. Difatti sognare di essere inseguiti è il voler scappare da una situazione spiacevole in modo inconsapevole, che è proprio il caso di Simon, rimasto senza ricordi della mattinata più terribile che abbia mai vissuto. Dunque, quella porta verso la quale corre per sfuggire alla cicatrice della morte dei suoi genitori, è la parte inconscia di sé in cui  sono nascosti i ricordi dell’incidente.Consiglierei questa lettura per chi è agli inizi con il genere, ma anche ai più appassionati perché, nonostante i concetti che vuole comunicare siano complicati, riesce ad esprimerli in modo facile e scorrevole, trasmettendo soprattutto angoscia, tensione, ansia ed oppressione al lettore che si trova completamente immerso nel ruolo del protagonista. Il libro offre molti spunti di riflessione su diversi ambiti della psicologia e sull’autismo, spiegando attraverso le azioni di Simon come questo disturbo influenzi la vita di un ragazzino, spingendolo ad avere problemi su ogni minimo fatto fuori dai suoi schemi abitudinari, mescolando il tutto in un finale particolare ed inaspettato.