Il mondo è sempre più sporco

Milano, 27 settembre 2019. Nove e mezza del mattino. 200 mila  studenti (stima di Fridays for Future) si radunano davanti al castello sforzesco e noi, alcuni studenti di 5Ai, con loro. L’obiettivo è semplice: manifestare per la difesa del clima, del pianeta e del nostro futuro.
Già, futuro. Oramai è una parola che fa paura a molti e sognare ben pochi. Che futuro potremo mai avere inquinando il pianeta?
Certamente se lo sono chiesti i circa ​103 ​studenti dell’Alessandrini che hanno partecipato alla manifestazione, numero che sottolinea l’importanza che il tema ha tra i più giovani.
Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, si è unito agli studenti. Un gesto che è stato certo apprezzato, così come il “supporto” che proveniva dalle case sotto cui il corteo è passato: alcune persone ci incoraggiavano a gesti e parole dalle loro finestre.
Protagonisti erano tuttavia i numerosi cartelloni: spesso con ironia, essi sottolineavano il problema del riscaldamento globale. Problema messo bene a fuoco quando è stato simbolicamente bruciato un mondo fatto di cartapesta in Piazza del Duomo.
Proprio qui è infatti terminato il percorso, segnando la fine di un’esperienza a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare.
Ora, però, oltre a manifestare cominciamo ad inquinare meno. Perché parlare è facile.
In aiuto il nostro istituto: avrete sicuramente fatto caso ai tre nuovi cestini presenti da quest’anno in ogni aula. Infatti plastica, lattine e carta si sono affiancate al piccolo dell’indifferenziata mentre l’umido possiamo trovarlo nei corridoi.
Ecco alcune accortezze che possiamo applicare quotidianamente, emerse dall’incontro del 12 aprile 2019 con il dottor Migliorati, presidente del Consorzio del Comune dei Navigli, l’ente che si occupa della gestione e smaltimento dei rifiuti della nostra zona.

  • se non sei convinto che ciò che devi buttare sia plastica, stropiccialo! Se tornerà alla sua forma originale significa che è plastica e puoi buttarla nei nostri cesti gialli;
  • la “carta” formata da due parole, non va buttata nella carta! Per esempio: carta-forno, carta-termica, carta-vetrata;
  • il contenitore del succo (come quelli delle macchinette) sono fatti di tetrapak, per cui il loro posto è nei nostri cesti bianchi. Ricordatevi però che la cannuccia va nella plastica;
  • spesso le etichette delle bottiglie di plastica sono di un materiale diverso, bisogna separarle prima di buttarle!

L’input di questa iniziativa è stato dato dalla professoressa Laura Gornati che, come tanti altri insegnanti e studenti, sperava di poter reintrodurre l’educazione alla raccolta differenziata nella scuola in quanto luogo non solo di apprendimento ma anche educativo. Dimentichiamoci il “da solo non posso fare niente” buttando la buccia di banana nella plastica, perché da solo puoi essere il primo a fare qualcosa per il nostro pianeta.
Dobbiamo smetterla di avere paura di esprimere i nostri pensieri e farli sentire, avere un mondo pulito è un diritto e mantenerlo tale è un dovere. Nel terzo global strike organizzato dall’associazione Fridays for Future ci siamo fatti sentire e dobbiamo continuare a farlo finché i governi decideranno anche ad agire oltre che ascoltarci. Però ragazzi, dimostriamo anche con i fatti ciò che urliamo nelle piazze.
Noi lo facciamo e ci crediamo.