Hawking, un lume che non si spegnerà mai

La nostra epoca è costellata da menti geniali impegnate nella ricerca e nella scoperta, con l’intento di soddisfare la propria fame di conoscenza e di migliorare le condizioni di vita dell’uomo, a volte con risultati sbalorditivi, che ci fanno pensare di vivere in un immenso universo fantascientifico.

Tuttavia, nonostante l’elevato numero di uomini di scienza impegnati in questa infinita corsa verso il sapere, sono tanto pochi quanto importanti quelli che lasciano dei solchi tali da diventare luogo di crescita di nuove discipline scientifiche.

È questo il caso di Stephen William Hawking (8 gennaio 1942 – 14 marzo 2018), uomo dal profondo sapere, i che nella sua vita ha dato contributi di inestimabile valore in nell’ambito della fisica.

A lui si riconoscono la scoperta del funzionamento della termodinamica dei buchi neri; la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo in collaborazione con altri scienziati. Il suo lavoro lo ha portato a collaborazioni e l’ottenimento di  premi e di riconoscimenti in tutte le parti del globo.

È comune associare la figura di Stephen Hawking ai suoi studi e alle sue scoperte che riguardano in modo particolare l’analisi e la comprensione dei buchi neri.

Le sue emblematiche riflessioni e discussioni con altri grandi scienziati su questa tematica hanno dato origine ad un fruttuoso dibattito tra scienziati e filosofi, che hanno portato la sua figura a divenire un’icona della scienza moderna.

Purtroppo, la sua splendida mente non è stata affiancata da una condizione di salute altrettanto positiva. Attorno al 1965 gli venne diagnosticata la malattia che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni: la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che lo costrinse in pochi anni alla sedia a rotelle.

Nonostante le precarie condizioni, che non gli ponevano una gran prospettiva di vita, l’allora giovane scienziato non si perse d’animo, e combatté per vivere una vita che facesse brillare il suo genio. Perse inoltre la parola in seguito ad una grave polmonite, ma potè continuare a comunicare tramite un sintetizzatore vocale.

Ateo convinto, arrivò ad argomentare la sua tesi secondo la quale l’universo non necessita di un Dio creatore, perché il tempo stesso nacque con esso al momento del Big Bang, e senza un tempo, nulla può esistere.

La sua mente geniale fu un importante faro rischiaratore per le menti dei suoi colleghi e di tutti gli uomini virtuosi degni di essere considerati tali.