Cuphead : un tuffo nei cartoni animati del 1930

Dalla lontana conferenza E3 2014 è uscito un teaser di un gioco praticamente sconosciuto di uno studio indie fondato dai 2 fratelli Moldenhauer che ha conquistato tutto il palco per i disegni direi unici che rari, infatti i frame dei personaggi e paesaggi del gioco in questione sono fatti interamente a mano, utilizzando i metodi tradizionali di animazione degli anni ’30 per poi digitalizzare al computer.
Dopo 3 lunghi anni, il 29 settembre 2017 è uscito Cuphead : don’t deal with the Devil che, secondo le testimonianze dei fratelli Moldenhauer, si sono ispirati come stile grafico dal celebre Max Fleischer, pioniere dell’animazione e inventore di Betty Boop, Popeye e Superman.

Cuphead è immediatamente diventato virale, è giocato da tutti, o meglio, provano a giocarci perché a causa della sua difficoltà, di cui è testimone un video-recensione di VentureBeat, giornalista del settore videoludico, che sfoggia l’imbarazzante incapacità di superare il tutorial.

Prima di tutto, “Cuphead” è un gioco di genere Run ‘n Gun, single-player e coop, ispirandosi da Mega Man e Contra, e intervallati con livelli dove combatteremo contro i boss, a volte in livelli aerei dove, appunto, utilizziamo aereoplani per muoverci come in Thunder Force (altro gioco ispiratrice).

La storia del gioco è molto semplice e in linea con quella dei cartoni di Fleischer:n una giornata come le altre, in un magico posto chiamato Inkwell Isle, presso ad una casa vicino al bosco, i fratelli Cuphead e Mugman, personaggi antropomorfi con la tazza con cannuccia al posto della testa vestiti per citazione a Topolino e Oswald, il coniglio fortunato, che giocherellano sotto l’occhio vigile del saggio Vecchio Bollitore (Elder Kettle), un bollitore antropomorfo. Un giorno le tazze entrano nel casinò del Diavolo. Al suo interno la coppia ottiene una serie di vittoria al gioco dei dai. Ma al gioco si unisce un nuovo arrivato, il proprietario del casinò stesso, il Diavolo. I due fratelli accettano di giocare contro di lui, se vinceranno il casinò sarà loro, altrimenti il demone avrà le loro anime. Naturalmente perdono e per evitare la morte sono costretto a riscuotere per il caro vecchio Satana le anime di altri malcapitati che hanno un conto aperto con lui

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E da qui si apre il gioco vero e proprio ma ciò che ci accompagna dal menù iniziale fino al finale del gioco è la musica jazz, creata con strumenti dell’epoca e poi registrata dal vinile per dare un tocco vintage tipico di New York anni ’30 durante il periodo di tensioni razziali tra i bianchi e i neri.
La musica accompagna disegni strabilianti, conditi effetti di pellicola e imperfezioni, proprio come se si stesse guardando un cortometraggio di quegli anni.
Un’altro punto in favore per i fratelli Mondenhauer è la mole di citazioni più o meno palesi relativi al mondo pop americano degli anni ’30, che incuriosiscono e spingono il giocatore a cercarne altre.

Il gameplay offre un livello alto di difficoltà e sfida, tuttavia con comandi molto semplici, è un gioco nel quale non è possibile dare la colpa per le proprie sconfitte a mancato farming, setup, armature e armi nascoste, bisogna contare solamente sulle proprie capacità, caratterizzandolo con una vena Try and Error, una meccanica nella quale il giocatore deve affrontare un nemico più volte, accettando la sconfitta, per capire come egli attacca e si muove, fino a capire come sconfiggerlo.

Cuphead è un gioco nel quale è necessario avere molta abilità, e conoscenza per poter sopravvivere e finire il gioco senza perdere la testa. Tuttavia, nonostante le continue morti che posso provare nervosismo e stress, alla fine regala incredibili soddisfazioni.