INCONTRI Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale

Mercoledì 28 Marzo si è tenuta una conferenza sulla legalità con il Maggiore Nome Cognome, capo del nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Monza. Il comando TPC  nasce a maggio del 1969, con sede a Roma.

L’Italia fu la prima nazione al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nel settore, anticipando di un anno la raccomandazione dell’UNESCO che, da Parigi, consigliò agli stati di tutto il mondo di dotarsi di specifici servizi di tutela.

Lo scopo è quello di fronteggiare scavi clandestini presso siti archeologici, furti di opere d’arte, con relativo commercio illegale e falsificazioni, del recupero delle opere perdute, anche con operazioni all’estero, e preservazione delle stesse dagli scenari di guerra.

Come fanno? Attraverso controlli delle attività commerciali di settore  quali negozi, fiere, gallerie d’arte, controllo dei cataloghi d’asta e di siti internet dedicati, ricognizione di siti archeologici mediante l’utilizzo di elicotteri (alla ricerca di scavi clandestini e tombaroli). Inoltre si assicura che le misure di sicurezza adottate da musei e archivi siano opportune.

il TPC aiuta lo Stato anche fornendo supporto al MiBAC nei momenti successivi ad una calamità naturale. In collaborazione con la protezione civile e le diocesi, esso si impegna nella messa in sicurezza delle opere o delle vie per consentire l’accesso ai veicoli di soccorso.

Il comando ha a disposizione un personale database, contenente tutte le opere perdute e rubate, la cui cardinalità supera le 30.000 enuple. Ciò rende molto più facile il lavoro di recupero dell’opera grazie a funzioni avanzate come la possibilità di confrontare la foto di un oggetto con migliaia di altre, con un risultato quasi immediato. Infatti i carabinieri si raccomandano a musei ed enti privati di tenere una lista dei loro Object ID, ovvero un documento di riconoscimento dettagliato del pezzo.

Durante la conferenza gli studenti hanno avuto la possibilità di porre al comandante diverse domande, della quali riporto le più significative

Perché è importante il recupero delle opere? “Per permettere al nostro Stato e a noi cittadini di conservare la nostra memoria storica, testimoniano la nostra esistenza nei secoli”;

La politica è sensibile al problema? “Si, nel 2015 il governo italiano è stato promotore dei caschi blu della cultura e questa iniziativa è stata portata all’estero, votata all’unanimità dal consiglio UNESCO, l’Italia è diventata capofila sia per interventi in luoghi all’estero in cui ci sono calamità naturali o luoghi bellici”;

Esistono delle associazioni di volontari per il recupero? “Si tratta di un’attività investigativa, per cui non di associazioni di volontari, essendo esclusiva al corpo poliziesco, ovviamente i singoli possono aiutare anche attraverso l’attività di segnalazione”;

Esistono delle scuole (università) in cui ci si specializza nell’attività di recupero? “Sicuramente sì, la prima che mi viene in mente è L’accademia delle belle arti a Milano, ci sono anche delle università con dei corsi di lauree sulla conservazione e tutela delle opere d’arte”;

Cosa è considerato bene culturale? “Posso rispondere in maniera sintetica dicendo che dal punto di vista normativo lo specifica l’art. 10 del codice dei beni culturali del paesaggio, ma in generale ciò che è appartiene a enti pubblici, per esempio i libri nella biblioteca della vostra scuola sono beni culturali, e anche beni prodotti almeno settant’anni fa da autori non in vita (dipendono caso per caso)”;

Quali tipi di opere sono in genere quelle che vengono più frequentemente contraffatte? “Sicuramente le opere di arte contemporanee, dato che sono le più facili da riprodurre”.