“After” – Call me by your name

Call me by your name è un film di Luca Guadagnino uscito in molti paesi nell’ottobre del 2017 e  solo da qualche mese nelle sale italiane. Vincitore del premio oscar come “migliore sceneggiatura non originale”, è tratto dall’omonimo libro scritto da André Aciman.

La storia viene ambientata nella campagna cremasca, in un’afosa estate della prima metà degli anni ‘80. Nel libro, le vicende sono narrate come una sorta di flashback mentre nel film sono raccontate dal punto di vista di Elio Perlman, un ragazzo di diciassette anni, che, accompagnato da musiche eteree, scoprirà la sua attrazione nei confronti di Oliver. Quest’ultimo è un ragazzo ventiquattrenne americano che viene ospitato dalla famiglia di Elio, il cui padre lo aiuta per completare la tesi di dottorato. Il padre di Elio è  infatti un archeologo molto famoso, che nel film si pone come interlocutore dei due ragazzi, aiutando noi spettatori ad inquadrare il reciproco sentimento che i due provano.

Tra tuffi al fiume, trascrizioni musicali e uscite in paese, nasce l’interesse reciproco tra i due protagonisti, un amore che li porta a respingersi ed attrarsi, fino, poco prima della partenza di Oliver, ad aversi.

Il film tende a rappresentare un amore esaltato e la consapevolezza del corpo come unico e vero strumento di trasmissione del piacere. La bellezza che il produttore mostra è idealizzata ed è onnipresente nella pellicola, dal paesaggio ai personaggi stessi, visti come espressione di puro desiderio, fatto trasparire sia dai dialoghi che dalle semplici azioni.

Una delle scene più discusse del film è quella della pesca, abbastanza esplicita e oggetto di molte critiche, ma che esprime perfettamente tutto il film in pochi minuti: un omaggio alla bellezza, alla sensualità e alla natura vista in una tangibile perfezione.

La parola su cui invece si soffermano i personaggi è “later” (“dopo” in italiano), pronunciata da Oliver più e più volte, che può essere vista come un gioco di parole adatto a non ciò che resta sull’amore in sé ma su ciò che ne consegue. Come il padre di Elio dice ad Oliver, dopo l’amore non resta che il dolore e la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza unica.

La pellicola è avvolta da una magia trasmessa dalle semplici contraddizioni presenti. Il passare del tempo sembra a volte inavvertibile e a volte misurato in modo scandito dalla continua visione dell’orologio. Il paesaggio della cittadina di Crema trasmette con il suo calore dei pomeriggi estivi una nostalgia dei tempi passati, descritti in modo accurato, che esaltano una visione idilliaca e una giovinezza fittizia. Tutto si basa quindi su un tira e molla, tra l’abbandono e la passione, il piacere e la conoscenza, l’idea e la realtà.

Per quanto scritto, questo film può essere definito come un diamante grezzo, visto dal punto di vista di un ragazzo che alla fine della storia trova un posto nel mondo, vivendo la sua avventura come un rifugio ed una prigione allo stesso tempo.