♪♫ Donne, in cerca di guai ♫♪

Settanta anni fa le donne, in Italia, sono riuscite, dopo molta fatica, ad acquisire il diritto di voto e rispetto ad allora la situazione è notevolmente migliorata dal punto di vista sociale, anche se il cammino della vera e consapevole parità di genere è ancora lungo da percorrere.

Tuttavia oltre ai diritti acquisiti e da acquisire è ancora necessaria una riflessione e una consapevolezza sociale sulla figura femminile, sul suo ruolo e sulle sue potenzialità, molte ancora da indagare e da mettere in atto.

Un aspetto desolante è emerso negli ultimi tempi, in tutta la sua incredibile efferatezza: quasi giornalmente, le cronache ci narrano di delitti scellerati nei confronti soprattutto di donne, le cui motivazioni vanno ricercate nel disagio domestico, nell’assurda gelosia, nei rapporti affettivi sbagliati e immaturi. Non sono certo una novità rispetto al passato, ma ora sembra quasi di assistere ad una sorta di effetto a catena. Ci si chiede, come può essere possibile che con tanti passi di civiltà acquisiti, questi delitti sembrino aumentare, non solo, ma spesso vengono colpiti e coinvolti in questa violenza anche minori, bambini, ragazzi, figli di queste vittime.

Le Nazioni Unite stimano che nell’arco della vita una donna su cinque sarà vittima di stupro, una su tre sarà maltrattata, abusata o costretta a rapporti sessuali contro la propria volontà da parte di un membro della famiglia o un conoscente. La violenza di genere è un fatto che purtroppo esiste da millenni, ma che solo ora emerge dopo i fatti di cronaca recenti sfociati in femminicidi e che solo recentemente viene identificato come una vera e propria violazione dei diritti umani.

Il fenomeno della violenza maschile sulle donne è un argomento molto importante e delicato, erroneamente considerato, soprattutto dalle popolazioni occidentali, come lontano, come qualcosa che ormai non ci riguarda più. Da cosa è scatenato? Da un pensiero retrogrado secondo il quale la donna sia una proprietà del maschio.

Viene spontaneo chiedersi perché le donne permettono che ciò accada. Alcune hanno ricevuto un’educazione sbagliata, altre non sanno come uscire dalla situazione, altre sentono forte il peso della dipendenza economica. A correre in aiuto a queste varie situazioni vi sono la Caritas Ambrosiana, SVS Donna Aiuta Donna Onlus e il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica tramite aiuti e progetti di sensibilizzazione, come la mostra La violenza è un labirinto: NON È AMORE tenutasi alla Masseria di Cisliano. In essa viene messa in evidenza come sia facile cadere vittima di soprusi e come, al contrario, sia difficile uscirne.

Paradossalmente questi comportamenti non minano solamente il genere femminile, anche quello maschile (anche alcuni uomini sono vittima di violenze di natura simile a quella del femminicidio): l’uomo è costretto ad essere virile e forte, a seguire canoni che non sempre coincidono con esso e che lo portano a una serie di pensieri di natura maschilista.

“Amore” non significa possesso della donna cui chiedere obbedienza assoluta, negandole la libertà dei sentimenti. Si tratta quindi di modificare un fenomeno culturale che priva di rispetto il corpo delle donne, facendole sentire inferiori moralmente e socialmente. Questi sono limiti culturali, stereotipi sociali, assurdità che non si possono più tollerare.